La prima volta che sono atterrata a Nuova Delhi partivo da Londra, lavoravo già da un annetto nella metropoli inglese ed ero ospite di un bel gruppetto di Gujarati (popolazione indiana del Gujarāt) trapiantati in Gran Bretagna.
Mi sono sentita immediatamente in un deja-vu.
Ricordo chiaramente di essermi chiesta: ma io sono già stata qui prima?
Certamente avrei avuto occasione di visitare anche mete turistiche molto popolari: Nuova Delhi stessa è meta internazionale per milioni di visitatori. Questo però non mi intrigava, non ne sentivo il bisogno. Volevo davvero vedere i luoghi sacri di cui narrano la Bhagavad-gita e il Bhagavata Purana, testi sacri della tradizione induista, dove il divino e il sacro si sono manifestati in questo mondo, dove tanti pellegrini si ritrovano e pregano insieme, dove la devozione e il sentimento religioso si incontrano con la storia.
Prima tappa del viaggio: Uttar Pradesh, Vrindavana. Questo è considerato nella tradizione Vaishnava, una delle tre principali correnti devozionali dell’induismo moderno e che onora Vishnu, uno dei luoghi più santi e la sua fama sta riemergendo di anno in anno. Qualche anno fa era ancora un paesino che cominciava ad avere un po’ di traffico, ora accoglie migliaia di turisti e spiritualisti, specialmente in occasione di Holi, la festa dei colori!
Sono stata anche ospite di una scuola femminile: la Sandipani Muni school che fornisce istruzione gratuita, cibo, trasporti e servizi sanitari a oltre 1.600 bambine e ragazze svantaggiate della zona di Vrindavana e Mathura.
In quelle settimane ho visitato la vicina Mathura, Varsana, Nandagram, Gokul, Ugrachaon, Govardhan e tanti altri luoghi nel territorio bagnato dal fiume sacro Yamuna. Sempre a bordo della nostra corriera un po’ vecchio stile, ma funzionante, e con l’esperta guida locale che ci indicava i posti e i passatempi così come descritti nella letteratura antica ogni mattina partivamo all’esplorazione!
Ci sono luoghi ancora non toccati dalla modernità: bellissimi paesini completamente a base rurale in cui i campi vengono coltivati semplicemente con il lavoro dei buoi, gli alberi da frutti generosamente donano secondo la stagione e le vacche pascolano libere e vengono munte mattina e sera.
La tradizione vedica dell’ospitalità nell’India dei piccoli villaggi è rimasta integra e spesso ci trovavamo a ricevere chapati o subji (preparazioni tipiche) dalle famiglie locali che guardano all’ospite come ad una persona da onorare e trattare come un membro della loro famiglia.
L’India è sempre un’avventura: le strade, i clacson, la gente per strada, l’elettricità che non sempre funziona, l’acqua che non si sa se è potabile, la polvere, gli odori.
Non c’è niente di nascosto o velato, la verità della vita si rivela chiaramente e anche brutalmente, a volte.
La cultura religiosa ovviamente è un’altra componente fondamentale, che sia in Italia che in India, sta pian piano scomparendo lasciando spazio alla stereotipata modernità.
Nella terra di Vraj, Vrindavana, è chiara anche la fortissima componente spirituale e mistica: il Signore Krishna, colui che è il più affascinante di tutti, è ancora presente nella vita quotidiana delle persone poiché questi posti parlano di Lui e delle sue attività. Ogni ragazzino del villaggio ne parla e racconta le sue storie.
La visita ai templi e le preghiere, così come la meditazione e l’onorare il cibo santificato in compagnia di altri spiritualisti sono semplici e profonde attività quotidiane che nella caotica vita occidentale non abbiamo l’occasione di sperimentare.
Mi sento di dire che fare un’esperienza di questo tipo mi ha cambiata come persona e mi ha veramente fatto comprendere che, in fondo, molte delle cose di cui credevo di aver bisogno sono del tutto insignificanti e artificiose.
Non mi stancherò mai di tornare e di pensare a questi luoghi dell’animo.
La mia raccomandazione è di addentrarsi in questi posti con una guida fidata, con la giusta attitudine e con rispetto nei confronti di questa cultura antica millenaria.
Aspettatevi incontri incredibili, sfide che sembrano insuperabili e tanta gioia e risate:
l’India è una dei paesi più densamente popolati e sarete sempre in compagnia di persone interessanti e uniche. Buon viaggio! Namasté!
Un pellegrinaggio nella terra della devozione, l’India. di Angela Danieli
La prima volta che sono atterrata a Nuova Delhi partivo da Londra, lavoravo già da un annetto nella metropoli inglese ed ero ospite di un bel gruppetto di Gujarati (popolazione indiana del Gujarāt) trapiantati in Gran Bretagna.
Mi sono sentita immediatamente in un deja-vu.
Ricordo chiaramente di essermi chiesta: ma io sono già stata qui prima?
Certamente avrei avuto occasione di visitare anche mete turistiche molto popolari: Nuova Delhi stessa è meta internazionale per milioni di visitatori. Questo però non mi intrigava, non ne sentivo il bisogno. Volevo davvero vedere i luoghi sacri di cui narrano la Bhagavad-gita e il Bhagavata Purana, testi sacri della tradizione induista, dove il divino e il sacro si sono manifestati in questo mondo, dove tanti pellegrini si ritrovano e pregano insieme, dove la devozione e il sentimento religioso si incontrano con la storia.
Prima tappa del viaggio: Uttar Pradesh, Vrindavana. Questo è considerato nella tradizione Vaishnava, una delle tre principali correnti devozionali dell’induismo moderno e che onora Vishnu, uno dei luoghi più santi e la sua fama sta riemergendo di anno in anno. Qualche anno fa era ancora un paesino che cominciava ad avere un po’ di traffico, ora accoglie migliaia di turisti e spiritualisti, specialmente in occasione di Holi, la festa dei colori!
Sono stata anche ospite di una scuola femminile: la Sandipani Muni school che fornisce istruzione gratuita, cibo, trasporti e servizi sanitari a oltre 1.600 bambine e ragazze svantaggiate della zona di Vrindavana e Mathura.
In quelle settimane ho visitato la vicina Mathura, Varsana, Nandagram, Gokul, Ugrachaon, Govardhan e tanti altri luoghi nel territorio bagnato dal fiume sacro Yamuna. Sempre a bordo della nostra corriera un po’ vecchio stile, ma funzionante, e con l’esperta guida locale che ci indicava i posti e i passatempi così come descritti nella letteratura antica ogni mattina partivamo all’esplorazione!
Ci sono luoghi ancora non toccati dalla modernità: bellissimi paesini completamente a base rurale in cui i campi vengono coltivati semplicemente con il lavoro dei buoi, gli alberi da frutti generosamente donano secondo la stagione e le vacche pascolano libere e vengono munte mattina e sera.
La tradizione vedica dell’ospitalità nell’India dei piccoli villaggi è rimasta integra e spesso ci trovavamo a ricevere chapati o subji (preparazioni tipiche) dalle famiglie locali che guardano all’ospite come ad una persona da onorare e trattare come un membro della loro famiglia.
L’India è sempre un’avventura: le strade, i clacson, la gente per strada, l’elettricità che non sempre funziona, l’acqua che non si sa se è potabile, la polvere, gli odori.
Non c’è niente di nascosto o velato, la verità della vita si rivela chiaramente e anche brutalmente, a volte.
La cultura religiosa ovviamente è un’altra componente fondamentale, che sia in Italia che in India, sta pian piano scomparendo lasciando spazio alla stereotipata modernità.
Nella terra di Vraj, Vrindavana, è chiara anche la fortissima componente spirituale e mistica: il Signore Krishna, colui che è il più affascinante di tutti, è ancora presente nella vita quotidiana delle persone poiché questi posti parlano di Lui e delle sue attività. Ogni ragazzino del villaggio ne parla e racconta le sue storie.
La visita ai templi e le preghiere, così come la meditazione e l’onorare il cibo santificato in compagnia di altri spiritualisti sono semplici e profonde attività quotidiane che nella caotica vita occidentale non abbiamo l’occasione di sperimentare.
Mi sento di dire che fare un’esperienza di questo tipo mi ha cambiata come persona e mi ha veramente fatto comprendere che, in fondo, molte delle cose di cui credevo di aver bisogno sono del tutto insignificanti e artificiose.
Non mi stancherò mai di tornare e di pensare a questi luoghi dell’animo.
La mia raccomandazione è di addentrarsi in questi posti con una guida fidata, con la giusta attitudine e con rispetto nei confronti di questa cultura antica millenaria.
Aspettatevi incontri incredibili, sfide che sembrano insuperabili e tanta gioia e risate:
l’India è una dei paesi più densamente popolati e sarete sempre in compagnia di persone interessanti e uniche. Buon viaggio! Namasté!
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