Mamma mia dammi cento lire di Andrea Passerelli

10 Novembre 2024 Centro Studi Grandi Migrazioni Comments Off

Forse il più conosciuto tra i canti che trattano il tema delle emigrazioni, entrato anche nel circuito della discografia e della canzone commerciale per le interpretazioni, tra gli altri, di Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, il Quartetto Cetra, in realtà affonda le sue radici in profondità nel repertorio del canto di tradizione orale italiano. La tematica dell’emigrazione viene innestata sul testo di una ballata (di un piccolo corpus di ballate) già riportata nella raccolta del Nigra (Canti popolari del Piemonte, pubblicati per la prima volta nel 1888) al numero 23 sotto il titolo Maledizione della madre: la disubbidienza di una figlia all’imposizione della madre di non maritarsi (sovente il pretendente è il re di Francia) ha come conseguenza l’avverarsi della maledizione di quest’ultima contro la giovane che muore annegata.

Riportiamo a titolo d’esempio il testo di una ballata di identica tematica proveniente dall’Emilia Romagna e inserita nella raccolta di canti narrativi italiani di Nunzia Manicardi1:

O vedovina o vedovella / avè una figlia da maritar / Mia figlia è troppo giovane / è troppo giovane da maritar / Se venite da qui a sei anni / mia figlia ve la darò / I sei anni son già passati / il cavaliere lui si fa vedè / O va’ pur là o figliuola ingrata / che qualche cosa ti succederà / E quando fûr poi a metà strada / la bella bionda la si volta indrè / Cosa rimiri o bella bionda / cosa rimiri da così lontan / I miei fratelli alla finestra / i miei palazzi non li vedo più / E quando ûr poi arrivà al mare / il mio cavallo lui si spaventò / Aiuto aiuto re di Francia / aiuto aiuto per il mio caval / Il mio corpino è così ben fatto / e la balena me lo assorbirà / Il mio vestito è così bel bianco / e lui di rosso lui si macchierà / I miei capelli son così belli / e sotto l’acqua si rovineran.

 

Come nella ballata che narra l’affondamento della nave Sirio, la canzone affronta la tematica del naufragio, probabilmente molto sentita dagli emigranti vista la frequenza degli episodi di disavventure in mare o nell’oceano; in comune i due brani hanno anche la modalità di diffusione attraverso fogli volanti che ne riproducevano il testo, in genere accompagnato e arricchito da illustrazioni.

Di seguito riportiamo tre versioni del canto simili tra di loro nell’andamento melodico (anche se con qualche scarto significativo) e in parte differenti nelle parole del testo o nel modo di distribuire i versi all’interno dell’arcata musicale (strofe formate da un distico e la sua ripetizione oppure da quattro versi differenti).

 

Link

https://www.youtube.com/watch?v=yhZu5YxrGqA

 

Fonte immagine

Fototeca Gilardi

 

 

 

1 N. Manicardi, Canti narrativi italiani, Arnaldo Forni Editore, 1994