Turismo delle Radici: il viaggiatore nella sua unicità. di Loredana Flego

4 Settembre 2024 Centro Studi Grandi Migrazioni Comments Off

Il 2024 è l’Anno delle Radici Italiane, designazione nata nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, soggetto attuatore del progetto PNRR Turismo delle Radici, Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19, inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella Missione 1, componente 3, investimento 2.1 (“Attrattività dei Borghi”), un progetto che mira alla creazione di un’offerta turistica strutturata e integrata destinata ai viaggiatori delle Radici (www.italea.com).

Il 2024 vede protagonisti vari Comuni italiani, denominati Comuni delle Radici, che stanno realizzando diverse iniziative nell’ambito del progetto, valorizzando le eccellenze materiali e immateriali culturali e identitarie, a memoria delle epoche storiche che hanno visto emigrare diversi concittadini dai loro territori.

Il Turismo delle Radici è quel fenomeno che coinvolge persone emigrate o discendenti di famiglie emigrate attraverso un viaggio alla scoperta nel nostro paese della storia familiare, della cultura di origine, dei luoghi di provenienza.

È una forma di turismo esperienziale, che, in relazione ai principi di quest’ultimo, fonde le caratteristiche del turismo delle radici con l’impatto emotivo, con un approccio olistico del viaggio, consentendo di esplorare un patrimonio culturale e genealogico, attivare una connessione emotiva con il passato e imparare di più sulle origini e le culture locali; si combinano tra di loro multisensorialità sperimentabili nelle terre di origine, unicità e irripetibilità del viaggio creato ad hoc, relazioni umane con le comunità locali, intrattenimento delle tradizioni e delle origini fruibile nei luoghi di emigrazione, partecipazione diretta in attività culturali, formative, artigianali ed economiche.

Il Turismo delle Radici è un’opportunità declinabile in diversi aspetti: quello storico, in grado di recuperare e non dimenticare pezzi di storia che hanno caratterizzato le grandi migrazioni;  quello culturale, in grado di riappropriarsi di un’identità da valorizzare; l’ambito socio-politico, che permette di riallacciare i legami che uniscono l’Italia con gli italiani nel mondo; l’aspetto socio-economico, in grado di contribuire alla crescita del nostro PIL con movimentazione dei flussi turistici, ma anche all’impatto positivo sui territori quali i piccoli Comuni e i borghi, in cui nel passato era maggiore la necessità di partire alla ricerca di fortuna nel mondo.

Crescono i dati relativi all’afflusso turistico in Italia.

In Veneto i numeri superano i dati del 2023; nel primo semestre 2024 le presenze sono state di 28,2 milioni, in aumento del 2,1% dall’anno precedente, che già era stato l’anno record per il turismo in Veneto.

Secondo i dati Istat, il 2023 ha segnato un record storico nell’andamento del turismo in Italia con il maggior numero di presenze registrate nelle regioni di Veneto (15,9% delle presenze nazionali) e di Trentino Alto Adige (12,4%).

L’impatto derivante dal viaggio delle radici sull’indotto turistico in Italia è stimabile in circa 8 miliardi di euro, in più, all’anno, quindi la creazione di nuove esperienze turistiche, verso la natura e la sostenibilità e verso i borghi, tramite il turismo delle radici, porterebbe ad un incremento dei flussi turistici d’incoming.

Oltre alla natura, valorizzare nell’ambito del turismo delle radici le produzioni dei territori locali, in un’ottica di promozione del “Made in Italy”, e migliorare lo scambio di informazioni per favorire l’inserimento lavorativo, in Italia, degli italiani all’estero e degli italo-discendenti, in settori come il turismo, commercio e servizi, che maggiormente permettono opportunità professionali e necessitano di personale, significherebbe anche un rafforzamento delle nostre politiche attive del lavoro e d’impresa.

È importante ricordare, però, che da diversi anni si parla di turismo sostenibile e identitario, ma si fa difficoltà a concretizzarlo soffocati spesso dal livellamento delle mode o da un costo economico – dove più è sano più si spende – non sempre sostenibile da tanti segmenti della clientela.

È oggi sufficiente un click sui social network per trasformare in pochi secondi qualcuno in amico o vedere un like o recensioni di altri su immagini di luoghi o su offerte di servizi che si rivelano poi magari poco corrispondenti a quelli reali o a quelli che piacerebbero, nella realtà fisica, a un viaggiatore; spesso l’influenza social-e porta alla conformità anche dei gusti e delle preferenze.

È auspicabile un ritorno alle origini anche nell’ambito della ri-valorizzazione delle relazioni umane che potrebbe equivalere a un ritorno all’apprezzamento della qualità del servizio e di chi lo offre, privilegiando il più possibile il contatto personale e diretto con luoghi o persone per la scelta della propria meta di viaggio, perché ogni viaggiatore è unico, diverso da altri, e col contatto diretto ha la possibilità e la libertà di scegliere, verificare e apprezzare.

 

Loredana Flego

Esperta e Consulente Progettazione Europea e PNRR su temi di cultura e turismo

Coordinatrice Progetto PNRR Turismo delle Radici per Veneto e Trentino Alto Adige